sabato 13 marzo 2010

Le attività a Panormos - Quinta puntata

Le attività a Panormos

Le attività all'interno della città erano numerose e le risorse notevoli.
Il porto aveva un'importanza notevolissima. da esso e per esso partivano ed arrivavano le merci. Intorno al porto, infatti, ruotavano la maggior parte delle attività economiche e commerciali, oggi diremmo di import ed export.
L'agricoltura e l'allevamento (grazie ai numerosi pascoli) erano molto diffusi e praticati e costituivano la principale fonte di sostentamento della popolazione.
Anche la pesca e la caccia erano attività molto praticate e si svolgevano presso le acque stagnanti e lagunari dell'estuario dei due fiumi o al di fuori delle mura cittadine nelle campagne o nei boschi limitrofi.
I boschi vicini, altresì, fornivano ottimo legname per la costruzione delle case, degli arredi, degli utensili, degli attrezzi agricoli, per la riparazione del naviglio e per alimentare le fornaci utilizzate per la produzione di ceramica o di pasta di vetro.

L'argilla ricavata dalle numerose cave veniva usata per produrre ceramica. Infatti le officine artigiane panormite erano specializzate nella realizzazione di ceramica comune ad un solo colore e talvolta decorata. I lavori più comuni riguardavano la creazione di anfore a base piatta o a base conica (utili al trasporto navale; le stive venivano riempite di sabbia e queste anfore venivano conficcate su tale sabbia per evitare che in condizioni di mare mosso esse potessero inclinarsi o rotolare e rompendosi perdere il prezioso contenuto soprattutto grano, olio e vino), brocche (per attingere e versare liquidi), piatti (utilizzati per mangiare), pignatte, tegami e olle (per cucinare sul fuoco).

Veniva prodotta, ma in limitata quantità, anche ceramica figurata, di imitazione Corinzia, molto fine e pregiata come kylix (coppa che serviva per bere), skyphos (coppa più grande, serviva per bere), piatti, guttus (utilizzato per far bere i bambini), lucerne (ad olio servivano ad illuminare), aryballos per contenere unguenti e vasi di tipo attico in gran parte prodotti per l'esportazione o utilizzati come corredo funerario dei defunti più ricchi.
La maggior parte del vasellame ritrovato nella necropoli è però da attribuire a produzioni provenienti da fabbriche probabilmente non panormite. Va ricordata anche la produzione di serie di figurine di terracotta utilizzando stampi anch'essi di terracotta all'interno dei quali veniva versata dell'argilla liquida o a volte tutto lo stampo veniva immerso nell'argilla liquida. Dopo una prima essiccazione, tolto lo stampo, le figure venivano colorate e successivamente infornate. Esse rappresentano figure femminili o animali.

Gli artigiani ceramisti di Panormos avevano una cura particolare nel raffinare l'argilla. Essa veniva depurata in acqua corrente dove perdeva le particelle leggere e faceva cadere a fondo le impurità. Successivamente veniva setacciata per renderla fine poi degrassata con particolari accorgimenti e cioè: veniva essiccata poi grattugiata e mischiata con cenere e sabbia finissima e infine reidratata. L'argilla così ottenuta era pronta per essere lavorata al tornio piatto che ruotava liberamente su di un asse. la velocità poteva essere regolata a piacimento dall'artigiano dando maggiore o minore spinta con i piedi su di un secondo piatto posto in basso e collegato all'asse.
La ceramica dopo la lavorazione manuale veniva decorata e cotta al forno. Esso aveva due piani: uno inferiore che costituiva la fornace dove si poneva la legna e uno superiore a forma di cupola, separato dalla fornace da un piano forato. In cima alla cupola era posto uno sfiatatoio che permetteva di far uscire i vapori superflui.

Un artigianato molto particolare presente nella panormos punica riguardava la lavorazioe dei metalli preziosi e la fabbricazione di gioielli. Uomini e donne indossavano volentieri collane, bracciali, anelli, amuleti, pendenti. I materiali adoperati erano: l'argeento e il bronzo e la tecnica più comunemente usata era il lavoro a sbalzo.
Molto adoperata era pure la pasta vitrea multicolore montata su fili d'argento o di bronzo che adornava bracciali e collane.

A Panormos fu presente anche una zecca che coniò monete in argento e in bronzo imitando le altre importanti città del mediterraneo.

Un discorso a parte meritano le attività legate alla sepoltura dei morti all'interno della Necropoli.

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