venerdì 30 marzo 2012

Avventure di strani alieni !

Racconti di fantascienza che hanno come protagonisti gli alieni


Gli alieni dello spazio

Era l’anno 6779 nel pianeta di Tarixas.
Questo pianeta, però, stava diventando inabitabile per i suoi abitanti: prima era di color giallognolo, con molti sassi e molte piante della galassia della Via Lattea, aveva un terreno gigantesco un po’ appiccicoso ma, nella zona delle capanne degli abitanti, era scivolosa.
Poi, di giorno in giorno, si era trasformato in un pianeta più piccolo, di un color pallido, le piante non crescevano e ogni giorno il terreno diventava sempre più incandescente e il magma usciva dal sottosuolo.
La situazione era tragica e gli abitanti non sapevano che fare.
Gli abitanti di quel pianeta si chiamavano tutti quanti Tarixani.
Erano come gocce d’acqua fra di loro: tutti erano a forma di verme, con otto occhi verdi, avevano la pelliccia molto soffice e arancione e trenta zampe lunghe e raspose con unghie  lunghe circa 10cm.
Ogni famiglia aveva la propria nave spaziale: esse avevano molte finestre, erano come una cannuccia piatta per potere andare più veloce in picchiata nello spazio interstellare e con molti acceleratori.
Per la tragedia della trasformazione alcuni Tarixani vollero cercare un altro pianeta per vivere senza problemi.
Raccontarono a tutti gli altri del viaggio e soprattutto il perché della partenza, presero alcune astronavi e partirono.
Vagarono più veloci che potevano nello spazio cosmo ma non trovarono nulla, solo piccole meteore che galleggiavano nello spazio.
Dopo molto tempo videro un altro pianeta ricoperto da  un terreno verde, marrone e giallo e con una vasta distesa di oceani: la Terra.
Questi viaggiatori vollero controllare prima di avvisare gli altri e arrivati vicino alla Terra si accorsero che era abitata da esseri umani e che aveva una copertura: l’atmosfera.
Osservarono più attentamente gli oceani della Terra e rimasero meravigliati.
Allora, dopo questa magnifica esperienza, tornarono nel loro pianeta.
Di corsa, dopo essere scesi dalla nave spaziale, andarono davanti agli altri e raccontarono e descrissero la Terra dicendo che era magnifica, un po’ inquinata da prodotti chimici, avevano una folta vegetazione, cibo a volontà e cosa più importante e più bella, dissero che c’erano degli oceani ricchi di acque cristalline e con molto cibo da sfamare tutti i Tarixani.
I viaggiatori dissero che la parte di terra era abitata da una strana creatura: l’uomo.
Gli uomini erano tutti diversi, con poca pelliccia in varie parti del corpo, con un naso, soltanto due occhi e solo due gambe e due braccia.
Tutti gli abitanti del pianeta avevano avuto la stessa idea di andare a vivere nella profondità degli oceani per poter vivere.
I viaggiatori dissero a tutti di prepararsi perché l’indomani tutti se ne sarebbero già andati.
Tutti erano andati a prepararsi: avevano preso le ultime piante rimaste e delle coperte per il freddo e poi erano andati a dormire.
Era già mattino e stava iniziando il grande giorno.
Presero tutti le proprie navicelle spaziali e, uno alla volta, entrarono dentro il mare, vicino a una spiaggia, il cibo erano i pesci e le case erano caverne marine.
C’erano molti terrestri che giocavano nella sabbia, chi prendeva il sole e chi stava nuotando.
Ma videro le navi spaziali provenienti dallo spazio e tutti erano terrorizzati pensando che volessero fare del male.
C’erano degli scienziati che videro tutto e decisero di andarli a vedere sotto il mare con un sottomarino.
Finalmente li videro dentro una caverna marina: erano tutti spaventati, ma anche meravigliati perché così avevano ragione sull’opinione dell’esistenza degli alieni.
Fra quel gruppo di scienziati c’era uno scienziato studioso sugli alieni e forme di vita dello spazio.
Lui era bassino, di carnagione chiara, molto magro e con i capelli castano scuro.
Lui ebbe la fantastica idea di comunicare con loro: gli alieni non avevano un verso ma comunicavano con la telepatia.
Lo scienziato chiese agli altri se avevano un casco per la telepatia e per fortuna l’avevano e riuscì a parlare con gli extraterrestri.
Ritornarono a galla e tutti i bagnanti erano spaventati.
Lo scienziato disse che gli alieni erano venuti a occupare l’Oceano perché il loro pianeta diventava sempre più incandescente e inabitabile.
Tutti tirarono un sospiro di sollievo e i Tarixani vissero pacificamente  nel fondo dell’Oceano.

Dario C.
classe V E
Scuola Primaria
Il pianeta degli alieni

Il pianeta di una lontana galassia stava diventando a poco a poco inabitabile e invivibile ,era il 2104  eil pianeta si chiamava “Platino”.
Il pianeta prima era rotondo ma ora stava cominciando a rimpicciolirsi poco per volta .
Gli abitanti del pianeta furono costretti a cercare un nuovo luogo dove trasferirsi.
Alcuni di loro partirono per esplorare lo spazio cosmico ed avvistarono il pianeta Terra.
 Gli astronauti, contenti, oltre al pianeta Terra, avvistarono anche l’oceano. 
Gli esploratori ritornarono alla base, annunciando il successo della loro spedizione e raccontarono quanto avevano visto.
Gli alieni annunciarono a tutti di trasferirsi sul pianeta Terra perché era più sicuro.
Gli extraterrestri si trasferirono sul luogo andando ad occupare i fondali dell’oceano.
Si organizzarono tra di loro per la ricerca del cibo e dell’acqua,intanto i terrestri avvistarono strani oggetti volanti che si immergevano nel mare, nella spiaggia le persone che prendevano il sole rimasero stupefatte.
 Una spedizione di scienziati scoprì gli alieni in fondo all’oceano i terrestri sorpresi cercarono di parlargli.
 Uno scienziato, studioso delle forme di vita extraterrestri, riuscì ad entrare in contatto e a comunicare con gli alieni grazie al linguaggio dei segni.
Lo scienziato comunicò all’umanità che gli alieni erano venuti in pace.
Da quel momento gli alieni e gli esseri umani vissero in pace condividendo spazi ed esperienze.

Martina M.
classe V D
Scuola Primaria

Pianeta Fortus

Il pianeta di una lontana galassia sta diventando a poco a poco inabitabile ed 
invivibile .....
La lava penetra nel terreno del pianeta Fortus pieno di vulcani.
I Flottux ( tornadi) fanno volare le case degli abitanti extraterrestri che vivono sugli alberi con ponti e corde.
I Fortiani mangiano le radici e i frutti degli alberi che cadono uno dopo l’altro.
 I terremoti drammatizzano la situazione rompendo e spaccando il terreno.
Il 2098 è la data fissata dai Fortiani in cui avverrà l’esplosione del pianeta che sta a 300.000 mila anni luce dalla Terra.
Prima il pianeta era pacifico ma poi la terra ha cominciato a tremare misteriosamente e ad avere questi fenomeni naturali.
Gli abitanti del pianeta devono cercare un nuovo luogo dove trasferirsi; perciò 2 mesi prima dell’esplosione di Fortus pochi abitanti partono per trovare un nuovo mondo dove stabilirsi.
Dopo molte ore di viaggio i Fortiani hanno davanti un enorme meteorite che li costringe, con le loro capsule spaziali a teletrasportarsi in giro per l’universo senza meta.
Perciò i Fortiani si ritrovano a vagare alla massima velocità davanti all’atmosfera terrestre e decidono di fermarsi a fare rifornimento.
 Successivamente i Fortiani cercano di atterrare in mare senza rendersene conto, quindi riescono a scoprire l’acqua riempendone dei bidoni per portarli agli altri Fortiani.
Gli esploratori ritornano alla base, annunciando il successo della loro spedizione e raccontano quanto hanno visto: veicoli, piante, alberi, animali, case ma soprattutto gli Oceani.
Gli abitanti Fortiani sorpresi, decidono di trasferirsi sulla Terra con delle astronavi avanzate tecnologicamente e velocissime.
A metà strada un botto li fa sobbalzare e i Fortiani piangono disperati:il loro pianeta è esploso!
Dopo tre giorni il popolo dei Fortiani arriva sulla Terra immergendosi negli Oceani.
I Fortiani si organizzano e pian piano costruiscono un edificio subacqueo, vivendo dentro a case piene d’aria che circola continuamente; mangiano pesci come sgombri, sardine, merluzzi e tonni.
Delle persone della cittadina di Londra avvisano degli scienziati di aver visto delle stelle comete cadere in mare.
Una spedizione di scienziati scopre così gli alieni in fondo all’Oceano.
Molto spaventati gli scienziati si preparano ad attaccare il popolo extraterrestre quando giunge lì Ruggero Flain, lo scienziato che tutti credono pazzo.
 Lui si mette un casco molto piccolo e lo collega ad una spina, poi prende carta e penna e comincia a scrivere per poi premere un bottone e ottenere la traduzione.
L’indomani sul giornale esce questa importante notizia :”Uno scienziato comunica all’umanità che gli alieni sono venuti in pace e che si potrà così scoprire l’altra faccia vivente dell’universo, oltre ad avere sviluppi nella tecnologia”.
 L’umanità accoglie con entusiasmo i nuovi arrivati e da loro apprende molte cose:la costruzione di robot e la lavorazione della lava.

Claudio B.
classe V D
Scuola Primaria

    Alieni negli oceani

Siamo nel 2150 sul pianeta Galaxi III.
Qui tutto era bellissimo: c’erano città molto sviluppate dal punto di vista tecnologico, strade che sovrastavano le case, auto volanti, giardini variopinti dove i piccoli di creature verdi giocavano e si divertivano.
Tutt’a  un tratto le cose cambiarono: le piante cominciarono a seccarsi, le strade diventarono piene di crepe, gli edifici cominciarono a scricchiolare, i laboratori si arrugginirono.
Bisognava lasciare il pianeta: i suoi abitanti si riunirono.
Si trattava di essere verdi con un occhio solo, piccoli, con braccia e gambe piccole, ma molto intelligenti.
Alcuni di loro presero le astronavi e partirono.
Le astronavi erano enormi, circolari, piene di attrezzature e luci.
Allora le femmine salutarono i maschi che dovevano partire… l’astronave partì e il viaggio ebbe inizio.
Il viaggio fu tranquillo tra asteroidi e meteoriti: finalmente si vide una sfera da lontano… era la Terra.
Oh! Stupore! Era piena di una cosa di colore azzurrino: erano gli Oceani di cui avevano solo sentito parlare.
Così la missione poteva concludersi.
Gli alieni ritornarono su Galaxi III e raccontarono di un posto dove potevano andare: erano gli Oceani perché sulla terraferma c’erano degli individui che non sembravano affatto viventi: smog, sporcizia, disordine erano la loro caratteristiche.
Così gli alieni affrontarono il viaggio e andarono sulla terra o meglio nell’oceano.
L’astronave scese giù, si aprì ed uscirono delle casette azzurre che si gonfiarono al contatto con l’acqua; scesero sia gli alieni grandi sia i piccini e presero le alghe che con un raggio laser si trasformarono in cibo super energetico.
Nel frattempo sulla Terra dalla spiaggia qualcuno vide l’astronave entrare nell’acqua: allarme!
Degli scienziati decisero di fare un sopralluogo; arrivati sul fondo del mare agli scienziati apparve un paesaggio meraviglioso: c’era una vera città del futuro con case rotonde, giardini, auto volanti, lo stupore degli scienziati era tanto.
Così uno di loro, con capelli corti e occhiali tondi, grazie ad uno strumento inventato da lui si mise in contatto con gli alieni; loro risposero dicendogli di avvicinarsi.
Lui andò e dopo un po’ tornò dagli altri e raccontò prima agli scienziati e poi a tutta la città che gli alieni erano gente pacifica che aveva necessità di sopravvivere e per questo era andata ad abitare nell’oceano.
Bisognava accettarli e permettere loro di vivere là.
Gli alieni potevano essere utili a tutti infatti erano molto evoluti, sapevano trasformare piante, alghe e sassi in cibo nutriente e buonissimo.
Poteva essere un bene all’umanità.
Perché cacciarli via?
Così tutta la popolazione decise di accettare la presenza degli alieni nell’oceano e in segno di amicizia mandarono un sottomarino carico di piante e verdura terrestri a finchè potessero trasformarlo in cibo super energetico. 

Marta C.
Classe V E
Scuola Primaria

Invasione nello spazio

E’ l’anno 2012, il pianeta Spank ,che trova in una lontana galassia ,sta diventando a poco a poco inabitabile, perche’ è colpito continuamente da un milione di asteroidi. 
 
Invece prima il pianeta Spank era pieno di gente dove splendevano continuamente varie costellazioni.
Gli abitanti, stufi del loro pianeta, decidono di partire con le loro navicelle spaziali, tutte colorate a forma di sfera. 
Durante il viaggio nel cosmo, gli abitanti intravedono il pianeta Terra, un’enorme palla con delle macchie di colore marrone, verde e blu e rimangono incantati dalla grandezza e dalla bellezza degli oceani.
Gli esploratori felici di aver scoperto un nuovo pianeta, ritornano alla base e raccontano agli altri abitanti la bellezza e l’immensità del pianeta e che gli esseri umani, abitanti del pianeta Terra, sono delle persone con la pelle bianca che vivono in maniera frenetica.
Gli extraterrestri si trasferiscono sulla Terra, andando a occupare i fondali dell’oceano, abitando nella barriera corallina e portando con sé pezzi di magma per nutrirsi.
Alcuni terrestri che si trovano in spiaggia rimangono a bocca aperta nel vedere alcuni degli strani oggetti volanti che si immergono nel mare.
Una spedizione di scienziati scopre gli alieni in fondo all’Oceano, i terrestri vengono a conoscenza di questa notizia e rimangono terrorizzati e chiedono che vengono cacciati via.
Uno scienziato famoso per gli studi sugli extraterrestri, di nome Justin, riesce a comunicare con gli alieni, attraverso un sommergibile di media dimensione.
 
Lo scienziato comunica all’umanità che gli alieni sono venuti in pace, per trovare un nuovo posto dove abitare, perché il loro pianeta era diventato invivibile.
I terrestri accettano la convivenza con i nuovi abitanti, così potranno conoscere i misteri dell’universo.

Giorgia  C.
classe  V D
Scuola Primaria

giovedì 29 marzo 2012

I Greci

Ricerca e confronto di testi informativi.

Dove e quando

La penisola Greca si estende nel Mar Mediterraneo ed è bagnata a occidente dal Mar Ionio e a oriente dal Mar Egeo.
Anticamente si chiamava Ellade: solo più tardi i Romani le diedero il nome di Grecia.
Attorno al 1200 a.C. i Dori, un popolo nomade proveniente dal nord Europa invasero gli Achei, abitanti della penisola.
I Dori prevalsero sugli Achei perché conoscevano la fusione del ferro .A partire dal 900 a.C., in seguito all’integrazione dei due popoli, nacque la civiltà Greca che raggiunse il massimo splendore attorno il  V° secolo a.C. .
I Greci fondarono  anche molte colonie fuori dalla penisola, diffondendo la loro cultura.
I Greci dominarono per molto tempo il Mar Mediterraneo vincendo sull’impero Persiano.
La Guerra del Peloponneso coinvolse i Greci e i Macedoni  dal 431 a.C. al 404 a.C. indebolendo i Greci e facendo prevalere i Macedoni.
Il territorio era montuoso con boschi e macchia mediterranea quindi non facilitava l’agricoltura che si limitava alla produzione di cereali e lino.
Il clima era favorevole e il terreno era argilloso e si lavorava con difficoltà.
In collina si coltivavano alberi da frutto, viti e olivi; si allevavano animali adatti ai pascoli: maiali, ovini e caprini.
I Greci erano organizzati in città stato detta polis, che significa
 “ comunità dei cittadini”.
La polis comprendeva sia il  centro urbano, cinto da mura e costituito dalla acropoli con edifici pubblici e i templi, dall’Agorà dove si svolgeva il mercato e i cittadini si riunivano per discutere i problemi dello stato, e dalle abitazioni, sia il territorio circostante: la così detta Chora, dal Greco “ Regione”.
La parte bassa  della città era chiamata Asty ed era di norma la parte dell’abitazione più povera, dove vivevano contadini e artigiani.
I ricchi abitavano in belle case di due piani con un cortile e con il piano superiore, il gineceo, riservato alle donne mentre i poveri abitavano in case di legno e mattoni crudi, oppure vivevano in case scavate nella roccia.

Attività

I Greci erano abili artigiani: producevano gioielli, armi, oggetti in bronzo e ferro, anfore e vasi su cui venivano dipinte scene di vita quotidiana o mitologia. 
 Le donne si occupavano di lavorare stoffe e abiti in lino e lana.
I Greci non avevano materie prime perciò commerciavano con i popoli vicini per ottenerle scambiandole con vino, olio e vasellame.

Società

Le città della Grecia, non furono mai un unico stato ma furono un unico popolo, gli Elleni,  perché avevano in comune la lingua, la scrittura alfabetica e la religione.
Le Poleis erano autonome e indipendenti, infatti avevano usi e costumi diversi.
 All’inizio il governo delle Poleis era in mano alla monarchia, dove un Re  aveva il potere assoluto.
Questo potere col tempo  passò all’aristocrazia, quindi a governare erano i  ricchi proprietari terrieri.
Quando si formarono nuovi gruppi sociali formati da mercanti artigiani, questi vollero entrare in politica: nacque così la Democrazia: grande esempio fù la città di Atene.
La popolazione comprendeva gli stranieri, gli schiavi e i cittadini.
I cittadini erano uomini ricchi e poveri, ognuno di essi poteva essere eletto ad una carica pubblica o militare nell’esercito, ed erano persone libere.
Gli stranieri erano uomini liberi, ma non potevano essere eletti.
Gli schiavi erano uomini che non avevano pagato i propri debiti o prigionieri di guerra.
 Le donne, non avevano diritti politici, non potevano andare a scuola, ma dovevano sottostare alle decisioni del padre o del marito.
Tutti i cittadini maschi potevano essere eletti a cariche pubbliche o militari e l’incarico durava un anno
Il potere legislativo era affidato all’ecclesia cioè un’assemblea composta da tutti i cittadini maschi adulti.
Per far rispettare le leggi si riuniva un’assemblea di 500 cittadini sorteggiati tra i membri delle tribù (Bulè). 
Chi trasgrediva le leggi era giudicato e punito da una assemblea di giudici detta Areopago.
Gli ateniesi esiliavano chi minacciava la democrazia attraverso l’ostracismo: i cittadini scrivevano su un coccio di ceramica ,detto ostrakon, il nome dell’uomo da esiliare.

Sparta e Atene

Atene e Sparta furono le Poleis più importanti dell’antica Grecia, ma erano molto diverse fra loro, infatti mentre Atene si caratterizzava per la forma di governo democratico,  a Sparta c’era un governo oligarchico dove le decisioni erano prese da un gruppo ristretto di nobili: gli efori che insieme agli spartiati detenevano il potere.
Sottoposti agli spartiati c’erano i perieci che erano uomini liberi, ma non avevano diritti politici.
Gli schiavi detti ilioti dovevano lavorare per gli spartiati e non avevano nessun diritto.
Anche i bambini spartani conducevano una vita diversa da quella dei bambini ateniesi.
I piccoli spartani alla nascita venivano visitati da funzionari pubblici che stabilivano se erano fisicamente a posto.
Se il responso era negativo, essi venivano abbandonati ( e condannati così a morire); altrimenti, all’età di sette anni venivano tolti alle famiglie e allevati dallo stato, in gruppi, sotto la guida di un ragazzo più anziano.
Allenamenti, studio, sonno, tutto si svolgeva in comune.
 La durezza dell’educazione dei giovani spartani era tremenda.
Dormivano su pagliericci, avevano una sola tunica, camminavano a piedi scalzi, erano rasati a zero, spesso giocavano nudi.
Lo scopo di queste e altre dure prove era quello di creare dei soldati invincibili.
L’educazione era soprattutto fisica e militare:pochissime erano le nozioni letterarie, quasi tutte composte da poesie omeriche o patriottiche.
Nell’antica sparta lo scopo dell’educazione giovanile era di creare i presupposti per un esercito forte e disciplinato.
A scuola insegnavano loro capacità di sopravvivere e le altre abilità necessarie per fare un grande soldato.
Anche se agli studenti insegnavano a leggere e scrivere, quelle abilità non erano molto importanti per lo spartano antico; solamente la guerra importava.
I maschi spartani all’età di 18/20 anni dovevano superare una prova difficile di capacità di adattamento abilità militare e abilità i comando.
Ogni maschio spartano che non superava questi esami diventava un PERIOIKOS (ai perieci era permesso di avere proprietà, praticare il commercio, ma non di esercitare diritti politici in quanto non erano considerati cittadini).
Chi superava la prova, diventava cittadino e soldato, con pieni diritti.
Le bambine seguivano un addestramento simile a quello dei maschi e dovevano avere tanta cura del corpo per fare figli forti e coraggiosi.
I bambini ateniesi fino a sette anni stavano in casa, poi frequentavano scuole private dove imparavano a leggere e a scrivere, studiavano opere letterarie e la matematica, con un maestro che si chiamava“ Grammatista".
Imparavano anche la musica dal citarista, suonando la lira, la cetra e il flauto.
L’oratore insegnava ai ragazzi come parlare e ragionare in pubblico.
Le femmine rimanevano a casa, studiavano in casa, si occupavano dei lavori domestici, uscivano solo per le cerimonie religiose.
I giocattoli dei bambini erano trottole, cerchi, rocchetti (yo-yo), astragali, palle.
Le bambine rimanevano  invece in casa e si occupavano dei lavori domestici.
Imparavano a leggere e a scrivere, trascorrevano gran parte del tempo nel gineceo, non avevano libertà di uscire di casa, tranne che per le cerimonie religiose.
Le donne ad Atene non avevano diritti e svolgevano  la loro vita nel gineceo, invece a Sparta praticavano molti sport, potevano uscire di casa e non si occupavano dei lavori domestici perché erano affidati agli schiavi.

Conoscenze

Nelle poleis e ad Atene più che altrove,  si sviluppavano arte, scienze, cultura: matematica, medicina, storia, architettura; nacque pure la filosofia cioè quella scienza che si domandava il senso della vita dell’uomo, separando il suo destino dall’influenza degli dèi, rendendolo protagonista della sua vita.
I più famosi filosofi furono Platone, Socrate e Aristotele.
In campo matematico si distinsero Talete,Euclide e Pitagora, le cui regole matematiche ancora oggi sono studiate.
Nel V secolo i maggiori artisti del periodo, ad esempio Fidia, Mirone e Policleto furono chiamati ad abbellire Atene con monumenti e opere d’arte che sono ancora oggi ammirati da tutto il mondo, come ad esempio i Bronzi di Riace e il Discobolo.

Religione

I Greci erano politeisti adoravano,infatti, molti Dei.
Gli dei avevano  l’aspetto degli uomini, con difetto, sentimento e passioni.
Le divinità più importanti vivevano sul monte Olimpo, quelli minori nei boschi, nei fiumi e nei mari.
Zeus era  il Re di tutti gli Dei e anche Dio della giustizia, altri dei erano :Poseidone ,
il re del mare; Era, la sposa di Zeus e dèa dei matrimoni e delle nascite; Atena dèa della sapienza; Ares dio della guerra; Afrodite dèa della bellezza e dell’amore.
Seguivano :Ermes dio messaggero; Artemide dèa dei boschi e della caccia;  Apollo dio della poesia e della musica.
Tutti gli dei davano premi e punizioni agli uomini.
Per adorare gli Dei i Greci realizzarono delle strutture architettoniche detti  Templi, ognuno dedicato a una divinità.
 Solo i Sacerdoti potevano custodire il Dio e recare le offerte dei fedeli e potevano entrare nella cella in cui era conservata la statua del Dio a cui era dedicato il tempio.
Le cerimonie si svolgevano all’esterno dove sorgeva l’altare.
I Greci celebravano i loro dèi con giochi detti Olimpiadi, intitolati al dio Zeus. 
 Si svolgevano ad Olimpia ogni quattro anni gare di pugilato, di lotta, di lancio del disco, corse di carri trainati da cavalli, corse atletiche di duecento metri fatte nello stadion.
Gli atleti gareggiavano nudi e in caso di vincita ricevevano una corona di ulivo.
Durante questi giochi si interrompevano le guerre in corso, tra le diverse città-stato.
I Greci contavano gli anni a partire dai primi giochi olimpici: 776 a.C..

Vita quotidiana

Gli Ateniesi vivevano spesso, per il gran caldo, fuori casa.
Gli uomini si incontravano nell’agorà, le donne restavano nel gineceo perché non era conveniente uscire.
Gli uomini indossavano una tunica, il chitone e portavano sandali di cuoio o di sughero; le donne indossavano il peplo e quelle più ricche si adornavano con gioielli.
Ad Atene erano frequenti i banchetti detti simposi. 
 Si mangiavano: pane, focacce di orzo, purè di legumi, olive, formaggio e pesce in città e carne in campagna.
Si bevevano vino, latte, idromele (=acqua e miele).
Nelle case più ricche le cene erano accompagnate dalla musica.
Inizialmente le rappresentazioni erano rappresentazioni sacre in onore di Dioniso.
Con il passare del tempo divennero veri e propri spettacoli e le storie non trattavano soltanto degli Dei ma anche di antichi Re, Eroi o episodi di vita quotidiana.
I Greci inventarono una nuova forma di spettacolo: il teatro. 
 Tutti potevano assistere allo spettacolo perchè lo Stato rimborsava il biglietto ai più poveri.
Gli attori erano solo uomini, poi c’era il coro di cantanti e danzatori.
Gli spettacoli erano:
·        Commedie, erano opere divertenti di scene di vita quotidiana;
·        Tragedie, erano drammi che narravano la storia di personaggi ed eroi;
·        Satire, erano opere divertenti svolte dopo le tragedie per risollevare il morale degli spettatori, prendevano in giro gli uomini più noti della polis.
Il teatro presentava le gradinate dove gli spettatori assistevano seduti, la scena dove gli attori recitavano, otri di terracotta per amplificare le voci poste attorno alla scena, il proscenio e l’orchestra, spazio circolare riservato al coro.

Le colonie

La cultura Greca si espanse fuori i confini della penisola attraverso un’opera di colonizzazione sia verso oriente che verso occidente.
Le colonie fondate nelle regioni meridionali dell’ Italia furono chiamate Magna Grecia che vuol dire “ Grande Grecia “.
Le colonie generalmente non furono fondate dei governi delle città greche, ma furono dovute all’iniziativa di privati cittadini.
La nuova comunità, sorta in lidi lontani, era politicamente indipendente dalla città ordinaria, ma i suoi fondatori conservavano il dialetto, la religione, i costumi, gli stessi ordinamenti politici della patria.
 La colonia offriva l’opportunità di basi per le navi della madre patria, un mercato di sbocco per i suoi prodotti industriali, un centro di rifornimento di materie prime, e condizioni di privilegio erano fatte dalle colonie agli abitanti dell’antica patria.
La colonia veniva costruita su un’altura vicino a una costa e la proteggevano con una cinta di mura; prendevano poi possesso delle terre circostanti, per coltivarli.
Le più famose e potenti colonie greche furono quelle dell’Italia Meridionale e della Sicilia, grazie anche al clima favorevole, alla coltivazione di grano, vite e ulivo.
Tra queste: Rhegion (Reggio Calabria), Kroton (Crotone), Sybaris (Sibari), Metapontion ( Metaponto), Poseidonia (Paestum), Syraka (Siracusa), Taras (Taranto), Ghelas (Gela) ed Akagras (Agrigento).
La colonia più antica era quella di Pthekoussai, nei pressi di lacco ameno nell’odierna Isola d’Ischia,  mentre tra le più recenti vi furono le Eolie Cnidie.
Erano queste grandi Poleis che, grazie ai loro commerci ed alle loro scuole artistiche e filosofiche, divennero città regine del Mediterraneo centrale, dando vita all’appellativo di Magna Grecia.
In Italia centrale sorgevano Ankon (Ancona) ed  Adria che si trova in Veneto.
In Francia molto importanti erano le colonie Massalia (Marsiglia) e Nikaia (Nizza).

Giorgia A.         V E
Beatrice  B.       V E
Arianna  C.       V E
Marta C.           V E
Andrea  D.A.    V E
Fabrizio G.       V E
Francesco G.   V E
Paolo S.           V D

Scuola Primaria

mercoledì 21 marzo 2012

Secondo Premio al nostro istituto al Concorso Nazionale "Vorrei una legge che..."A.S. 2011/2012







Le  classi V D e V E di Scuola Primaria, 



guidate dalle insegnanti Rosalia Di Piazza
 e Rosanna Spera ,
hanno aderito al Progetto nazionale
"Vorrei una legge che..." 


promosso dal  Senato della Repubblica in collaborazione con il MIUR
con la proposta di legge  intitolata
 "La scuola ama gli animali " 


Il lavoro  degli alunni del nostro istituto 
ha vinto il 
Secondo Premio Nazionale





La cerimonia di premiazione,
a cui hanno partecipato il Dirigente Scolastico
 Dott.ssa Agata Caruso e
l'insegnante Rosanna Spera,
si è svolta martedi' 20 Marzo 2012 
a Palazzo Madama,
 alla presenza del Presidente del Senato 
Renato Schifani

I lavori delle classi vincitrici sono stati pubblicati  in questo  volume

Qui trovate l'articolo della sezione
 "Cronaca in classe "