Michele la domenica va in chiesa e suona la chitarra nel corso delle funzioni. La chiesa, di solito, è molto affollata, per la verità più da vecchietti che da giovani perché le persone anziane amano molto le funzioni religiose, i giovani un po’ meno. Il parroco, Don Gioacchino, non è del tutto felice di ciò.
Alle dieci in punto il chierichetto suona la campanella: inizia la messa durante la quale tutti cantano e partecipano (chi più, chi meno), chi seduto, chi in piedi, qualcuno in ginocchio.
Il sermone del parroco è di solito molto appassionante: tutti sono attenti e ne condividono i contenuti.
Alla fine della funzione Don Gioacchino fa un appello ai fedeli chiedendo loro un’offerta per riparare il tetto della canonica che a causa di alcune tegole rotte si allaga tutte le volte che piove. A tale appello segue un mormorio e subito il sacerdote richiama tutti al silenzio augurando di seguito buona domenica e buon appetito: un modo molto intelligente per mandare i fedeli a casa.
Fuori dalla chiesa un povero seduto per terra chiede l’elemosina, molti, impietositi, si chinano e danno un po’ di monete e ricevono un sorriso di riconoscenza. Dei ragazzi si salutano dandosi appuntamento nel pomeriggio. I vecchietti si allontanano lentamente e pensierosi…… .
È la vita di tutte le domeniche.
a.a.
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