martedì 31 maggio 2011

Piccoli geni .... vincono


Oggi, presso i giardini della Zisa, si è svolta la ceriminia di chiusura del progetto "Palermo apre le porte. La scuola adotta la città." ma anche la premiazione di "Giochiamo l'inverno" in cui i nostri ragazzi si sono classificati PRIMI nel gioco del PAROLIAMO .
Grandi soddisfazioni e un po' di commozione.




domenica 29 maggio 2011

“Ara Scarlatta”


L’Ara Scarlatta vive in Sudamerica ed appartiene alla tribù degli Arini.
È lunga circa 81-96 cm e pesa un chilogrammo scarso però è una delle specie di pappagallo più grandi al mondo.
I colori del piumaggio o delle altri parti del corpo cambiano a seconda dell’età, infatti quando l’uccello è giovane l’iride dell’occhio è nera,quando invece diventa un po’ più grande d'età diventa gialla.
L’Ara Scarlatta è chiamata anche Ara Macao e comunica attraverso richiami acuti, bassi, profondi suoni rauchi, squittii e grida.
Frutti e semi acerbi di solito contengono sostanze tossiche ma per l’Ara sono gli alimenti fondamentali della dieta.
Con il becco molto affilato essa spezza il frutto tenendolo con gli artigli e poi divora il succoso contenuto per poi dedicarsi ad un’altra raccolta.
Inoltre l’argilla per l’Ara è il pasto più importante perché l’aiuta a neutralizzare le tossine dei frutti e dei semi acerbi ingeriti, grazie ai minerali.
Come la maggior parte dei pappagalli, l’Ara Scarlatta depone da 2 a 4 uova bianche nelle cavità di un albero.
I piccoli nascono dopo 24-25 giorni, imparano a volare 105 giorni dopo e lasciano i genitori a non più di un anno di età.
Il popolo dei Maya considerava l’Ara Scarlatta un animale sacro perché rappresentava la luce del giorno e il sole nascente.
L’Ara dal corpo snello e agile è molto richiesta come uccello da gabbia non solo perché ha la voce simile a quella umana ma anche perché è un animale pieno di caratteristiche:
• Occhio nero arrotondato con un’iride gialla
• Pelle biancastra intorno agli occhi ed al becco
• Becco inclinato
• Penne scarlatte su dorso ed ali
• Penne gialle sulle ali
• Il dito interno è rivolto all’indietro, le altre dita guardano avanti
• L’estremità delle penne della coda è blu
Esistono molte specie ed incroci di pappagalli che dipendono dall’accoppiamento di vari pappagalli di colore diverso.

Claudio B. IV D Scuola Primaria

Il delfino



Il delfino è un vertebrato appartiene alla famiglia dei mammiferi ha un corpo affusolato,adatto per nuotare velocemente ed usa la pinna come motore.

La testa ha organo particolare e voluminoso utilizzato per l’orientamento e la ricerca del cibo.

Le mandibole sono elongate e formano un becco,il cervello è largo e possiede una corteccia molto strutturata paragonabile al cervello umano.

La colorazione di base consiste di gradazione di grigio con il lato del ventre bianco,spesso combinato con linee e macchie con tonalità differenti.

La pupilla nell’occhio del delfino ha una figura a forma di cuore.

I delfini sono anche famose anche per le loro evoluzioni acrobatiche fuori dall’acqua,spesso sono visti affiancare le navi e accompagnarle nuotando in superficie.

I delfini sono predatori e cacciano le loro prede in velocità.

Si nutrono prevalentemente di pesci ,seppie,calamari …

Arrivano a vivere a 35 anni.

Marta L.C. IV D Scuola Primaria

La rana



La rana è un anfibio quindi è un vertebrato che vive nelle acque stagnanti.

COME SI RIPRODUCONO
Le rane depongono tante uova gelatinose in acqua.
Dalle uova nascono delle larve chiamate girini ,che vivono in acqua e hanno la coda e le branchie come i pesci.
All’inizio della metamorfosi al girino spuntano gli arti.
Poi le branchie vengono sostituite dai polmoni,organi che fanno entrare nel corpo ossigeno e fanno uscire l’anidride carbonica,e la rana incomincia a vivere anche sulla terraferma.
Infine la rana riassorbe la coda.


CARATTERISTICHE
Le rane sono molto agili grazie alle loro zampe palmate, infatti saltano le ninfee con agilità.
Questo vertebrato ha anche una lingua lunga, infatti, con questa prende gli insetti e i vermi e se li mangia.

Maria Rita M. IV D

Il Camaleonte




I Camaleonti appartengono alla famiglia Chamaeleonidae, rettili squamati che prendono il nome dal nome greco che significa “leone di terra”.
Si identificano per la loro capacità di mimetizzarsi cambiando il loro colore in base all’ambiente in cui si trovano, oltre ad una lunga lingua appiccicosa e retrattile. Quest’ultima viene utilizzata dal Camaleonte per catturare le sue prede.
Altra caratteristica unica nel Camaleonte consiste negli spettacolari occhi, ricoperti quasi interamente dalle palpebre e in grado di muoversi autonomamente uno dall’altro.
Queste sono le caratteristiche che, in genere, insieme alla mancanza delle orecchie e alla struttura delle zampe, accomunano tutti i Camaleonti.
All’interno del genere, ci sono comunque sostanziali cambiamenti di dimensioni. Alcune specie raggiungono, infatti, i 60 cm. di lunghezza mentre altre misurano a stento 1,5 cm.
La testa può presentare delle creste, protuberanze nasali o corna, in base alla specie.
Le zampe dei Camaleonti presentano due dita munita di 2 o 3 artigli che vengono utilizzate per afferrarsi ai rami.
Altra caratteristica che accomuna i Camaleonti sta nella lentezza dei suoi movimenti. Il Camaleonte aspetta pigramente l’arrivo della sua preda restando immobile.
L’habitat dei Camaleonti è rappresentato dalle regioni tropicali di Africa (Madagascar), Europa, India e Asia Minore.
La femmina di Camaleonte depone le uova nel terreno e, dopo un periodo di circa 9 mesi, i piccoli appena nati sono già in grado di badare a se stessi.
L’alimentazione del Camaleonte prevede insetti, con predilizione per mantidi, locuste e grilli.
Quella che erroneamente viene considerata una tecnica di difesa contro i predatori, ovvero la mimetizzazione, non è altro che una manifestazione fisiologica di stati d’animo. A questo proposito, si possono osservare Camaleonti che in preda alla paura assumono tonalità forti per minacciare l’avversario.

Flavio R. IV E Scuola Primaria

martedì 24 maggio 2011

20 Maggio 2011 : Frutta Day

In occasione del Frutta Day ,tenutasi presso il Foro Italico, noi alunni delle classi IV D ed E di Scuola Primaria, accompagnati dalla maestra Rosanna Spera e dai nostri genitori , abbiamo vissuto una giornata diversa all'aria aperta e all'insegna dell'allegria .
Giunti sul posto abbiamo esposto i nostri cartelloni ed abbiamo trovato una collocazione...particolare per i nostri lavori,che avevamo realizzato in occasione della Festa della Frutta.



Il saluto del Vicesindaco a tutti i partecipanti all'evento.


Maria Rita e Fabrizio hanno aperto la manifestazione illustrando ai presenti le attività che abbiamo svolto, durante l'anno scolastico , insieme alle nostre insegnanti Rosalia Di Piazza e Rosanna Spera.

Concluso l'intervento abbiamo raccolto le impressioni di Fabrizio :"Che emozione parlare davanti a tanta gente! Avevo tanti occhi puntati addosso! " e di Maria Rita : "Ero emozionata ,ma la presenza dei nostri compagni ci ha incoraggiato ,inoltre il presentatore era molto simpatico e ci ha messo subito a nostro agio."



E poi....................



Tutti a far merenda sul prato...



e a goderci il sole!



L'arrivo della frutta



...un carico di vitamine per tutti!




Siamo contenti di aver partecipato a questo progetto che ci ha insegnato ad apprezzare la frutta e i suoi benefici per una sana alimentazione.

Gli alunni delle classi IV D-E
Scuola Primaria

venerdì 20 maggio 2011

CU NESCE ARRINESCE

INTRODUZIONE
Sebastiano per gli amici Bastianuzzu si trovava u Trappitu per incontrare suo cugino Jachino. Ma Bastianuzzu non era sceso solo per suo cugino, c’era una ragazza sapurita sapurita , c’à era n’àmuri di nome Rosy.
Sebastiano:ma Rosy è u trppitu????
Jachino:Rosy è a Partinico per la festa ‘’Ra Maronna Ru Punte’’.
CU NESCE ARRINESCE
Bastianuzzu in quel periodo si trovava a Barcellona aspettando ansiosamente la chiamata di suo cugino Jachino , e quindi incontrare Rosy. Dopo aver ricevuto la chiamata di suo cugino , Bastianuzzu una volta al paese , per prima cosa andò a cercare Rosy ma non la trovò. Bastianuzzu allora andò da Jachino e gli chiese : ma Rosy unn’è!?!?.
Jachino rispose che era alla festa della madonna del ponte , e allora Bastianuzzu ci risse : ma nsokkè a maronna ru punte?!?!.Jachino che la sapeva lunga pensò bene di recitare a so cucino un antico proverbio Siciliano : Austu e riustu e capu d’immerno (Jachino gli vuole dire che siccome siamo ad agosto e che non ci sarebbe stato il tempo per zitarsi con Rosy) , e Jachino cuminciò a raccontare a festa : a maronna ru punte viene festeggiata il 12 agosto e vuole che il quadro della madonna esca dalla chiesa , il nome deriva dal fatto che per fare tutto il percorso si dovevano attraversare dei ponti.
A sto punto Bastianuzzu e Jachino si mettono in viaggio con la lambretta arraggiata . Arrivati alla festa , Bastianuzzu si mise alla ricerca di Rosy.
Bastianuzzu : Rosy Rosy unni cantaru si?!?!
Rosy molto delicatamente rispose : cu si tu , unni si … ti vo fari abbiriri pezzi babbu.
Una volta incontrati i due cominciano a parlare con un doppio senso , alla fine di un lungo discorso Bastianuzzu decide di dichiararsi.
Rosy : accatta e vinni cuannu si priatu e fatti zitu quannu si annighiatu
Bastianuzzu : cu nesce , arrinesce (dice questo perché visto che e uscito dal proprio paese e si è fidanzato).
Alla fine i due si zitanu.Dopo due anni si maritanu nella chiesa di Partinico con la benedizione ru parrino Don Lillo u tasciuni.
Bastianuzzu conclude tutto così : Rosy accetta lu segnu di lu me amuri ca veni di lu funnu di sto cori , chistu è un mumentu raru e troppo beddu picchi ti fazzu mia cu chist’aneddu.
Katia Martines - Vivyan Bruno - Daniele Leone 3 E
Plesso Scuola Media Mazzini
Corso di poetenziamento Scrittura creativa

Colmi e differenze...per ridere un po'!

Colmi

Sai qual è il colmo per un cuoco?

Piangere perché è finito il riso.
Marta C.



Sai qual è il colmo per uno studente?

 Essere un asino.
Flavio R.



 Essere bocciato anche all’esame del sangue.
Alessio C.



Differenze

Sai qual è la differenza tra un medico e un asino?

• Il medico studia sempre, mentre l’asino non studia mai.
Martina C.



• Il dottore ha i pazienti, l’asino è paziente.
Francesco G.



• Se il medico non studia diventa un asino.
Giorgia C.



• Nessuna ,tutti e due sono ignoranti.
Marco B.



• Il medico se non studia è un asino ,invece l’asino studia e diventa medico.
Martina D. S.




Sai qual è la differenza tra un bandito e un uomo fiducioso?

 Il bandito spara al prossimo ,il fiducioso spera nel prossimo.
Giorgia A.



 Il bandito spara con la pistola e l’uomo fiducioso spera che il bandito non gli spari.
Fabrizio G.



Gli alunni della classe IV E

Scuola Primaria

giovedì 19 maggio 2011

VI Concorso "Tricolore Vivo"



Le classi IV D e IV E Di Scuola Primaria hanno partecipato al 6° Concorso “TRICOLORE VIVO”:
“La Repubblica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”
ART. 5 della COSTITUZIONE.



Gli alunni delle classi IV D e IV E In occasione dell’Anniversario dell’Unità d’Italia si sono cimentati nell’esprimere in rime poetiche, in filastrocche, in pensieri,in rappresentazioni grafiche le sensazioni e le emozioni suscitate dalla conoscenza dell’evento che 150 anni fa l’Italia unità creerà …
Alcune informazioni per conoscere l’evento sono indispensabili:
Il periodo della storia d’Italia in cui l’affermarsi di una coscienza nazionale porta all’unità politica e all’indipendenza della nazione italiana è detto Risorgimento. Tale periodo occupa un lungo arco temporale di vari decenni, concludendosi solo nel 1861 con la nascita del Regno d’Italia sotto la dinastia di Casa Savoia.



L’Unita’ d’Italia in rime…….

ITALIA IN FESTA

Prepariamoci bandiere e trombette
perché quest’anno a Marzo 17
tutta la penisola festeggerà
della nostra Italia l’Unità:
Si parlerà di chi per questo ha lottato
e con onore sarà ricordato.
E accompagnati con musica e brani
saremo fieri di essere Italiani

Flavio R.

ITALIA

Oh, mia bella Italia,
che da 150 anni sei unita.
Dopo i difficili trascorsi
da Nord a Sud insieme
ancora a te fedele.
Nell’anno del tuo 150° anniversario
Il tricolore noi sbanderiamo
e con il cuore insieme gridiamo
“Viva l’Italia, viva l’Italia unita”.

Martina C.


L'ITALIA

L’Italia è una nazione
che da preoccupazione,
e vi è molta disoccupazione.
Italia! Rialza la bandiera
e crea una nuova era,
mostra a tutti che siamo forti,
mostra a tutti che siamo i più forti.

Alessio C.

TERRA ITALIA

L’Italia
è la più bella
è la nostra terra.
Pianure, mari ,monti
e tanti monumenti.
Ricca è la sua storia
con tanti giorni di gloria.
Da 150 anni è unita
e questo ha cambiato la nostra vita!

Denise I.

BUON COMPLEANNO ITALIA

Italia, Italia,
siamo tutti fratelli
ricordiamo questi giorni belli;
a Marzo festeggi il compleanno
ma sarà festa tutto l’anno!
Italia mia, sempre bella sei
Italia mia, non cambiare mai.

Marta C.






Nazione Italia

L’Italia ha la forma di uno stivale
ed ha Roma per capitale;
Da 150 anni è una nazione unita
anche ai mondiali davanti alla partita.
La lingua è tutta uguale,
e il nostro Paese è uno che vale
tra i grandi del mondo
in questo globo rotondo.

Fabrizio G.

L’ITALIA NEL MONDO

Una nazione è l’Italia.
L’Italia se desta
il 17 Marzo è la sua festa,
il suo 150° compleanno
nel 2011° anno.
Nel 1861 a Torino il garibaldino fu presente
Per creare questo territorio per la sua gente.
L’Italia nata quella sera
è una nazione tutta intera!

Claudio B.



ITALIANO

L’uomo per strada
mormora piano
d’esser italiano.
La gente in coro
d’esser italiana è fiera
e sventola con orgoglio la bandiera.

Produzione di gruppo

UNITI

La storia ci insegna,
la mente ci impegna,
Il cuore batte forte
per l’ideale fino alla morte.
Uniti saremo
unico popolo diventeremo!

Produzione di gruppo




Gli Alunni delle Classi IV D /E Scuola Primaria

mercoledì 18 maggio 2011

U quartieri ru suli: vita, storia e mestieri

U quartieri ru suli: vita, storia e mestieri
Mi chiamu Giuseppe pi l’amici Pinuzzo e vi vogghiu cuntari na storia: a storia ru mio quartieri. Era un quartieri molto abitato, iniziava cu na strata stritta fino a finiri cu n’a piazza ca nuatri a chiamami a “piazza ru suli”, picchi ci batte sempre u suli. Pi nuatri è comu na càmmari dì ricìviri picchì era molto accogliente. Mi chiamavano “u guardiano” picchì ru mio astracu virivo tutti cosi, e quante cosi ca viria. A sira, prima i cantari n’a briscola chi mia cumpari n’a viamo affari; 80 a 40 li battemmu e la capotta gli facemmu. La sira ci misimu a cantari, io mi pigghiai u mandolino, u zio Totuccio si pigghiò l’organetto e lu sartu di lu quartieri si pigghiò u fiscalettu, Saro non cuciva solo vestiti, ma cuciva anche le vite delle persone . Sapia tutti cosi cu si maritava, cu si lassava, iddu cuciva iddu sapiva. Era come l’acqua nel deserto indispensabile per il quartiere.
Ma un giorno successe che Filippu u figghiu ru ziu Totuccio vinni lassato ra so zita ca si chiamava Maria. Collera ca si pigghiò! Pì dù suli e una luna chianciri fici. U ziu Totuccio virennu a so figghiu accussì iu a chiamare lu sarto.
U zio Totuccio disse a lu sarto:<< Si tu un cuci sulu vistiti, ma cuci puru i viti ri cristiani, picchì non rimetti Filippu e Maria insemmula?>>.
Sarto:<< Stassi tranquillo ci pensu io!>>.
Zio Totuccio:<< Ma…?>>.
Sarto:<< Menza parola cu mia. Facissi veniri Filippu rumani cà na mia sartoria, e Maria ci pensu io>>.
il giorno dopo nella sartoria
Sarto:<< Filippu finalmente eccuti cà assettamunne cà na stu divano>>.
Si siedono
Sarto:<< Cuntatemi sta storia>>.
Maria:<< Iniziò così, Filippu ogni simana si va a fari na jucata, puntannu picciuli, io un cià fazzu chiù, comu si fa ca nuatri non putemu campari, campamu sulu di chiddu c’a terra ci offri, e qualche picciulu ca facemu vinnennu i nostri frutti e iddu si va punta tutti cosi?>>.
Sarto:<< Filippu ma è vera sta cosa?>>.
Filippu:<< Si ma tempu narrieri; idda pensa ca io va joca ancora, ma io un va juoco chiù, v’accattu i sicarette!!!>>.
Maria:<< E com’è ca spinni 20 euro quannu i sicarette costano 4euro?>>.
Filippu:<< E’ vero, va juoco ancora, ma io ti prometto sull’anima ca darei a Dio ca un va juoco chiù!!>>.
Sarto:<< Ah, quanto è bella a sincerità, amunì Mariuzza camu a fari?>>.
Maria:<< Io ci rugnu l’ultima possibilità, ma tu mu promettisti un va ghiuchi chiù>>.
Filippu:<< Tu giuru>>.
Sarto:<< Amunì, tutti a casa>>.
E se ne andarono tutti a casa…
E voi direte ma tu come lo sai tutto ciò? Io ho un informatore u panettieri sempre di lu quartieri ca è porta a porta cu u sarto, sintiu tutti cosi e mu vinni a diri.
Panetteri…,panetteri pi diri! Se ci dobbiamo dare un nome si po’ chiamari Carbonaru. U pani era ruru comu na pietra, mancu i haddini u vulcano, nuatri un ciù ricemu p’un farlu siddiari.
Era così questo quartiere, diverso e uguale, sospeso nel tempo.
Per chiamarsi “u quartieri ru suli” un motivo ci doveva essere!
Questo quartiere non si spegneva mai, perché i mestieri erano la
vita e la vita stessa era un mestiere.
Gandolfo Li Pira II E
Plesso Scuola Media G.Mazzini
Corso di potenziamento
scrittura creativa

Cerimonia di premiazione del VI Concorso "Tricolore Vivo"



In data 17/05/2011 una rappresentanza di alunni delle classi IV D-E Scuola Primaria, insieme ai genitori ed alle maestre Lia e Rosanna ,si è recata presso il teatro Biondo per assistere alla premiazione del VI Concorso " Tricolore Vivo".




Il lavoro che abbiamo svolto quest'anno era relativo all'art. 5 della Costituzione Italiana.
Abbiamo lavorato con testi informativi di tipo storico, elaborando sintesi e realizzando cartelloni murali.
Un'altra parte del lavoro ha riguardato la creazione di poesie sull'Unità d'Italia e sulla ricorrenza del suo 150° anniversario.




La giornata è stata particolarmente interessante perchè abbiamo avuto modo di assistere a varie esibizioni di altre scuole sul tema dell'Unità d'Italia ma soprattutto abbiamo vissuto un'esperienza scolastica insieme alle nostre insegnanti e ai nostri genitori.
Come ricordo di questa giornata restano: una targa di partecipazione ,tante foto e il cuore pieno di emozione!

Classe IV D Scuola Primaria
Claudio B.
Giorgia C.
Manuel D.
Martina M.
Maria Rita M.
Paolo S.

Classe IV E Scuola Primaria
Giorgia A.
Beatrice B.
Giorgia C.
Marta C.
Martina C.
Fabrizio G.
Francesco G.

La risorsa acqua




La superficie terrestre è formata per la maggior parta di acqua e due terzi sono occupati da oceani e mari e anche nel corpo umano l’acqua è il 65% del peso corporeo. L’ acqua è indispensabile per la vita degli esseri viventi.
Noi possiamo vivere per molti giorni senza cibo ma non possiamo vivere che pochi giorni senza acqua.
Se pensiamo al passato vediamo come le grandi civiltà sorsero proprio lungo grandi fiumi come il Nilo, il Tigri, l’Eufrate e l’Indo, questi con le loro acque rendevano fertile il terreno e favorirono gli insediamenti umani .
L’acqua è indispensabile, non è inesauribile. Si rinnova attraverso il ciclo delle acque: l’acqua della superficie terrestre, per il calore del sole, evapora e il vapore acque sale verso il cielo.
Quando questo raggiunge zone fredde si condensa in minuscole goccioline e si formano le nubi. Quando le nubi incontrano aria più fredda le goccioline si uniscono e diventano pesanti e cadono sulla terra sottoforma di pioggia.
Se l’aria è molto fredda la pioggia diventa neve o grandine.
L’acqua che cade sottoforma di pioggia, neve o grandine finisce di nuovo nei fiumi, nei laghi nei mari. Una parte finisce sul terreno, mentre un’altra parte penetra in profondità nel terreno e forma le falde acquifere per affiorare di nuovo in superficie nelle sorgenti o nei pozzi scavati dall’uomo.
Purtroppo l’acqua non è inesauribile, alcuni studiosi sostengono che negli ultimi anni c’è stata una riduzione delle falde acquifere, significa che l’acqua si sta riducendo e stiamo consumando più acqua di quella disponibile.
La crescita della popolazione, l’inquinamento, la costruzione di dighe, le deviazioni di corsi d’acqua che hanno alterato gli ecosistemi e gli sprechi sono le cause di questa crisi. Bisogna quindi evitare gli sprechi controllando che i rubinetti non gocciolino, facendo la doccia al posto del bagno, quando si lavano i denti o si ci rasa la barba aprire il rubinetto solo quando serve ecc..
L’acqua è anche fonte di energia, è stata sfruttata dai tempi più antichi per esempio per azionare i mulini per macinare il grano.
Oggi abbiamo i bacini idroelettrici che raccolgono le acque di un fiume in una conca artificiale per produrre energia elettrica. Abbiamo centrali idroelettriche che mediante una serie di macchinari riuniscono l’acqua in una o più turbine che ruotano grazie al movimento dell’acqua.
Ogni turbina collegata ad alternatore trasforma il movimento dell’acqua in energia elettrica. L’acqua che è destinata al consumo cioè per bere, per la preparazione di cibi e di bevande deve essere resa potabile.
I processi di potabilizzazione servono per migliorare le proprietà dell’acqua e rimuovere le sostanze che la contaminano: sostanze naturali come ferro, magnesio sostanze antropiche come arsenico, pesticidi;inoltre le acque contengono batteri, virus ecc..
Nel mondo oggi ci sono vari progetti per salvaguardare la risorsa acqua, anche noi, a scuola, ci stiamo occupando di questo problema attraverso il progetto “ACQUA E’ VITA”.
Penso che il problema sia molto grave e bisogna impegnarsi tanto per cercare di risolverlo.



Paolo S. IV D
rappresentazione grafica di Claudio B. IV D
Scuola Primaria

La crescita del seme di zucca






Per fare crescre una piantina di zucca bisogna procurarsi:
-un piccolo vaso

- della terra

- dei semi di zucca.


Mettere un po’ di terra nel vaso, aggiungere i semi e dopo ricoprirli con un altro po’ di terra, infine innaffiare con un po’ di acqua.

Almeno ogni tre giorni per fare crescere bene la piantina bisogna innaffiarla stando però attenti a non metterci molta acqua altrimenti la piantina potrebbe morire.





E’ anche molto importante lasciarla sempre in uno stesso ambiente, poiché il cambio di temperatura potrebbe creare dei problemi alla crescita della piantina.


Dopo due settimane vedremo crescere i primi germogli e dopo più di un mese vedremo i primi fiori e con un pò di pazienza ed attesa forse anche delle zucche.

Il percorso che abbiamo seguito prendendoci cura della crescita della piantina di zucca è stato guidato dalle attività proposte nell’album operativo del PROGETTO "COLTIVA IL TUO SOGNO"che ci ha permesso di capire che avendo cura di tutto ciò che facciamo riusciamo a realizzare qualsiasi sogno … o quasi.

Marco B. IV E

Alessio C. IV E

Scuola Primaria



lunedì 16 maggio 2011

Shoah

Mi chiamo Katia Martines e frequento la 2 E della scuola G. Mazzini. Io con la mia classe abbiamo affrontato l’argomento sulla Shoah.

Con il termine Shoah venne ufficialmente indicato lo sterminio degli ebrei operato dai nazisti. Nella parola “shoah”, voce biblica che significa “catastrofe, disastro”, è implicito che quanto è accaduto non ha alcun significato religioso, contrariamente a ciò che richiama il termine olocausto, spesso usato, che rinvia a un’idea di sacrificio di espiazione. La Shoah è piuttosto un genocidio, ovvero un’azione criminale che, attraverso un complesso e preordinato insieme di azioni, è finalizzata alla distruzione di un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso. Ben sei milioni di ebrei (secondo fonti tedesche), giovani, vecchi, neonati e adulti, furono uccisi dalla violenza nazista.

Come venivano trattati:

I. la privazione dei diritti civili dei cittadini ebrei;

II. la loro espulsione dai territori della Germania;

III. la creazione di ghetti circondati da filo spinato, muri e guardie armate nei territori conquistati, dove gli ebrei furono costretti a vivere separati dalla società e in precarie condizioni sanitarie ed economiche;

IV. i massacri delle squadre di riservisti incaricate di eliminare ogni oppositore del nazismo nei territori conquistati dall’Ucraina e della Russia durante le azioni di rastrellamento;

V. la deportazione nei campi di sterminio in Polonia dove, dopo un’immediata selezione, gli ebrei venivano o uccisi subito con il gas o inviati nei campi di lavoro e sfruttati fino all’esaurimento delle forze, per essere poi comunque eliminati. Le persone deportate nei campi di concentramento erano sottoposte a condizioni proibitive: la sottile casacca carceraria non proteggeva gli internati dal freddo; i cambi di biancheria si succedevano ad intervalli plurisettimanali e persino mensili, e gli internati non avevano la possibilità di lavarla. Ciò era causa di diffusione di epidemie e di diverse malattie, in particolare del tifo, della febbre tifoidea e della scabbia.

Molti malati non venivano accettati in ospedale per il troppo affollamento; in tale situazione i medici delle SS conducevano periodicamente delle selezioni, sia tra i malati ed i convalescenti in ospedale, sia tra gli internati alloggiati in altri blocchi. I più deboli e coloro che non davano speranze di pronta guarigione erano portati nelle camere a gas, oppure soppressi in ospedale con iniezioni di fenolo al cuore. Per questo motivo i detenuti avevano soprannominato l'ospedale ‘anticamera del crematorio. Oltre alle esecuzioni ed alle camere a gas, un efficace mezzo di sterminio era il lavoro. I detenuti erano utilizzati in diversi settori lavorativi. Inizialmente lavoravano all'ampliamento del campo di concentramento livellando il terreno, costruendo nuovi blocchi e baracche, strade, canali di prosciugamento. Le condizioni abitative, sebbene differenti nei vari periodi di esistenza del campo, furono sempre disastrose. I detenuti arrivati con i primi convogli dormivano sulla paglia sparsa sul pavimento di cemento, successivamente si usarono pagliericci. A seconda dei motivi dell'arresto i detenuti erano contrassegnati da triangoli di diverso colore, cuciti sulle casacche degli internati insieme al numero di matricola. Una parte degli internati portava triangoli di colore rosso assegnato ai prigionieri politici. I triangoli neri erano destinati agli zingari ed ai detenuti ritenuti asociali dai nazisti. Agli studiosi delle Sacre Scritture erano destinati dei triangoli viola, agli omosessuali rosa ed ai criminali verdi. A colazione il detenuto riceveva circa mezzo litro di caffè, ovvero un decotto di erbe; a pranzo circa un litro di minestra senza carne, spesso con verdure avariate. La cena consisteva in circa 300 - 350 grammi di pane nero duro come pietra, in quantità irrisorie di un altro alimento e da una bevanda d'erbe. Il lavoro pesante e la fame causavano l'esaurimento totale dell'organismo. La carenza di alimenti sufficienti portava spesso alla morte per fame. Dopo aver raccontato la storia della Shoah, io con i miei compagni a scuola abbiamo visto alcuni film come: LA VITA è BELLA, ARRIVEDERCI RAGAZZI e poi ci siamo riuniti fuori il cinema con anche alcuni docenti, le Prof.sse Pinsino e Russo, per vederci un altro film relativo alla Shoah dal titolo: VENTO DI PRIMAVERA. La trama di questo film è la seguente: La Francia è sotto l'occupazione tedesca. Gli ebrei vengono prima costretti a portare la stella gialla, poi vengono allontanati da ogni luogo pubblico, dal loro impiego, dalle scuole. Nel quartiere di Montmartre vivono molte famiglie ebree tra cui quella di Joseph, 10 anni. Nella notte tra il 15 e il 16 Luglio, oltre 13.000 ebrei furono arrestati a Parigi. Vennero divisi in 2 categorie: le famiglie con figli e le persone nubili. Le prime, radunate nello stadio del velodromo d’inverno, il Vel d’Hiv di Parigi. I secondi smistati nel campo di Drancy, alla periferia della capitale francese, in attesa di essere deportati ad Auschwitz. Ma un mattino Joseph e gli altri bambini vengono separati dai genitori. E alla fine i due ragazzi che si sono salvati vanno a trovare l’infermiera e si abbracciano.